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Stai ancora usando Windows XP?

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Milioni di persone usano ancora Windows XP: come aggiornare il sistema operativo
Windows XP

Microsoft ha rilasciato Windows XP nel 2001, uno dei sistemi operativi più popolari e utilizzati in assoluto. Il software è così amato da essere ancora utilizzato da molti utenti, anche se la compagnia produttrice ne ha terminato il supporto nel 2014. Windows 10, l’ultimo sistema rilasciato da Microsoft nel 2015, è il più usato a livello globale, con una quota di mercato del 56,42%; seguito da Windows 7, al 26,03% ma sono proprio i numeri di XP a rilasciare esterefatti.

Windows Market Share

Secondo i dati di NetMarketShare di agosto 2020, Windows XP dimostra non così molto i suoi 19 anni. Il motivo è che ha una quota di mercato dell’1,26%. Poco? Beh, forse si se guardiamo al totale ma basti pensare che Windows 8, che è molto più giovane di un paio di generazioni, resta ben sotto, fermo allo 0,57%. ChromeOS, popolare negli USA e meno da noi, è allo 0,42% mentre Windows Vista (il più “odiato”) conta uno 0,12%.

 
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A conti fatti, tutti i sistemi operativi presi in considerazione dagli analisti inglobano una cifra pari a 2 miliardi di computer. Se la stima è corretta, la percentuale assegnata ad XP comprende circa 25,2 milioni di sistemi, fissi e portatili, personali e, ahimè, aziendali. Tenendo presente che Microsoft ha interrotto il supporto per questo sistema operativo 6 anni fa, vuol dire che più di 25 milioni di dispositivi non sono protetti.

Microsoft domina

I numeri evidenziano il dominio di Redmond nel settore di riferimento, e questo nonostante la notorietà del concorrente diretto, macOS. Il più vicino rivale è la versione OS X 10.15 con il 3,49%, seguito da Mac OS X 10.14 (2,96%) e OS X 10,13 (1,44%). L’aumento di Windows 10 è una diretta conseguenza del calo di macchine con Windows 7, sceso dal 31,53% al 22,31% nel corso di un anno.

È risaputo che Windows XP sia stato un grande successo, ma questo non spiega completamente perché così tante persone continuino ad usarlo, soprattutto in ambito professionale. Anche perché la fine del supporto da parte di Microsoft (in gergo “end of support”) lo rende un ottimo bersaglio di hacker e criminali informatici, che cercano di rubare i dati personali. Senza che si possa fare molto per evitarlo. Il caso più emblematico è stato WannaCry, il ransomware che nel 2017 ha bloccato centinaia di migliaia di computer, anche quelli delle reti ospedaliere britanniche.

La vulnerabilità che ha permesso di sfruttare un bug del sistema riguardava proprio Windows XP e il suo parente stretto Windows Server 2003. Nel corso degli ultimi due anni, Microsoft ha rilasciato, in via del tutto speciale, un paio di correzioni per tappare al falla che, ovviamente, non può essere l’ultima di un OS oramai abbandonato.

Perché non aggiornano?

Il grande incentivo per l’aggiornamento a Windows 10 è stata la sua gratuità, fino al 29 luglio del 2016, per chi passava da Windows 7 e 8. Chiunque, con Windows XP, desiderasse passare al nuovo doveva (e deve ancora) sborsare dai 50 agli 80 euro (al netto di promo particolari, peraltro sempre presenti). Molti lo vedono come una spesa ingiustificata quando un PC funziona bene. Ma “funzionare bene” non è sinonimo di sicurezza, anzi proprio il contrario.

L’atteggiamento del “se non è rotto, non aggiustarlo” non si applica a questo contesto, in modo particolare quando la stragrande delle operazioni che compiamo ogni giorno avviene online, ossia con la ricezione e l’invio di dati. Rimanere con Windows XP per così tanto tempo dopo la sua data di scadenza è come guidare un’auto che ha fallito i test di revisione e non può essere guidata, perché il produttore non produce più pezzi di ricambio. L’aggiornamento non sembrerà così costoso dopo che si riceverà una richiesta di migliaia di euro in Bitcoin perché qualcuno ha bloccato il nostro PC. Pensaci.

Cosa dicono gli utenti

Ovviamente non tutti i casi di non aggiornamento sono uguali. Qualche utente c’è lo ha fatto sapere via email e sui social. Ad esempio, Marco ci dice: “Lavoro nel settore IT da quasi vent’anni e purtroppo è molto riduttivo pensare che chi non aggiorna XP lo faccia per gli 80 euro della licenza di Windows 10. Il problema principale è che molti applicativi, soprattutto in ambito medicale dove ci si interfaccia con macchinari datati quanto XP stesso, non sono aggiornabili senza perdere le compatibilità certificate. Ecco quindi che un settore che in teoria dovrebbe essere il più tutelato da un punto di vista informatico e di privacy e sicurezza del dato, rimane il più indietro di tutti. Il problema è esteso a tutte quelle realtà dove l’interfaccia tra la macchina e il PC è stata precorritrice, nonostante permangano elevatissimi costi d’impianto e di lentezza ad aggiornare i propri sistemi”.

Ti sei convinto? Si aggiorna così

Per poter aggiornare da Windows XP ad un sistema più recente, meglio se Windows 10, la questione è semplice: o si compra il cd di installazione (lettori cd? Chi ne ha più?) oppure serve un product key, il codice dell’acquisto online. Nel caso specifico di Windows 10, si può prima effettuare il download del tool Microsoft Media Creation Tool, che scarica l’immagine ISO del sistema operativo (e poi crea chiavette o DVD per l’installazione) e poi inserire la chiave di validazione, ottenuta via email.

Prima di fare ciò però bisogna di mettere al sicuro i file presenti sul PC, effettuando un backup su un hard disk esterno, così da ripristinare il tutto al termine della procedure di update. Visto che siamo su Windows, la procedura più semplice e copiare e incollare sul disco esterno ciò che interessa: foto, audio, video. Mentre i programmi che si usano di più dovranno essere scaricati da zero, se non addirittura abbandonati, qualora non fossero più compatibili (ma tutti i principali lo sono).

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