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iPhone 12 Pro Max, la prova

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iphone 12 max

iPhone 12 Pro Max, il top di gamma dell’offerta smartphone Apple di fine 2020, si distingue da tutti gli altri iPhone di quest’anno sia per le dimensioni mastodontiche (è l’iPhone più grande di sempre, con uno schermo da 6,7”) sia per alcune caratteristiche peculiari della triplice fotocamera posteriore. Per questo, a fianco di una recensione tradizionale, che arriverà in accoppiata con quella dell’iPhone 12 mini, riteniamo fosse necessaria una vera e propria recensione fotografica, in tutto e per tutto simile a quella che riserveremmo a una fotocamera. 

Perché, ne siamo ormai convinti, l’iPhone Pro è diventato a tutti gli effetti una foto-videocamera che in più può scaricare applicazioni, editare le immagini, navigare su internet, riprodurre la musica e persino telefonare. Nei giorni scorsi abbiamo messo alla prova la fotocamera dell’iPhone 12 Pro Max e siamo rimasti stupiti. Non tanto dalle migliorie hardware, che pure si notano e fanno dalla differenza, quanto dall’evoluzione del software. Nel passaggio dai modelli Pro del 2019 a quelli del 2020, Apple è riuscita ad alzare ancora una volta l’asticella della sua fotografia computazionale. il risultato è che iPhone 12 Pro Max restituisce immagini estremamente nitide, ricche di dettagli, malleabili nella fase di editing, ma soprattutto coerenti alla realtà nella gestione cromatica, con prestazioni spesso superiori a quelle di una fotocamera compatta o semi-professionale.

iPhone 12 Pro Max, la prova fotografica
iPhone 12 pro max

La configurazione della fotocamera

La configurazione di base della fotocamera dell’iPhone 12 Pro Max prevede tre ottiche, come quella del 12 Pro: un ultra-grandangolo da 13mm f/2.4, un grandangolo da 26mm f/1.6 come obiettivo principale e un teleobiettivo, che tuttavia su questo modello ha una focale equivalente più lunga da 65mm, contro i 52mm del fratello minore, per un’escursione focale complessiva di 5X.

La lunghezza focale del teleobiettivo però non è l’unica differenza fra i due iPhone 12 Pro. Sul Max infatti Apple ha dotato la fotocamera principale da 26mm di un sensore più grande del 47% rispetto al modello precedente, con pixel più larghi da 1,7µm. La dimensione unitaria dei pixel è un dettaglio importante, perché permette alla fotocamera dell’iPhone di catturare più luce, migliorando così le prestazioni in condizioni di bassa luminosità. 

L’altro elemento distintivo è la presenza, sempre sul sensore principale, di un nuovo sistema di stabilizzazione “sensor shift” simile a quella che su una fotocamera tradizionale chiameremmo “IBIS” (In Body Image Stabilization, cioè stabilizzazione sul corpo macchina). Con questo sistema, non è l’ottica che viene “ammortizzata”, bensì il sensore, la cui posizione viene corretta in risposta ai movimenti del telefono fino a 5000 volte al secondo. Fra tutte le novità “meccaniche” della fotocamera di iPhone 12 Pro Max, questa è quella più evidente nell’uso quotidiano, soprattutto quando si gira un filmato, o quando si scattano foto in modalità notturna a mano libera.

La fotocamera di iPhone 12 Pro Max (a sx) e di iPhone 11 Pro Max a confronto
La fotocamera di iPhone 12 Pro Max (a sx) e di iPhone 11 Pro Max a confronto

Sulle immagini di questo articolo
Tutte le foto di questa prova fotografica dell’iPhone 12 Pro Max sono state scattate a Berlino tra mercoledì 11 e giovedì 12 novembre. Le abbiamo scattate a mano libera, senza cavalletto o altri supporti ad esclusione – per alcuni scatti – di una balaustra o di una ringhiera a cui appoggiare le mani o le braccia. Per scattarle abbiamo utilizzato solo l’app Fotocamera.

In un flusso di lavoro fotografico tradizionale, avremmo editato le immagini in post produzione con software come Adobe Lightroom. Ai fini di questa prova abbiamo preferito lasciarle “SOOC”, cioè “Straight Out Of Camera”. Ad esclusione di qualche semplice ritaglio, le foto che vedete in questo articolo sono tutte come lo sviluppo computazionale di Apple le ha “pensate”.

La modalità notturna
Per mettere alla prova la fotocamera dell’iPhone siamo voluti partire proprio dalle prestazioni in condizioni di bassa luminosità, per capire se il sensore più grande e la stabilizzazione facciano davvero la differenza. La risposta, in breve, è sì, soprattutto a confronto con il Pro Max di precedente generazione.

Berlino, Isola dei Musei. Scarica la foto alla risoluzione originale
Berlino, Isola dei Musei.

Se lasciata agire in automatico, la modalità notturna di iPhone corre il rischio che si nota anche sui top di gamma della concorrenza Android: il sistema tende a illuminare un po’ troppo alcune porzioni della foto (in questo caso il cielo nuvoloso) che, per restituire il “mood” corretto dovrebbero rimanere invece più scure. Ciò nonostante il risultato non è mai eccessivo, ed è anzi calibrato secondo un gusto che definiremmo prettamente “fotografico”, pensato per soddisfare l’occhio di chi scatta più che quello dei follower di Instagram attirati da immagini sgargianti e irreali.

Berlino, la torre della televisione e il Bode Museum. Scarica la foto alla risoluzione originale
Berlino, la torre della televisione e il Bode Museum. 

Basta poco, però per regolare le impostazioni di scatto e abbassare la durata dell’elaborazione della foto notturna. Un’altra alternativa rapida è la regolazione dell’esposizione direttamente dal pulsante aggiunto nell’app Fotocamera di iOS 14. Il risultato, come potete vedere dalla foto qui sopra, è molto più realistico e suggestivo. In questa foto in particolare è possibile apprezzare la qualità del dettaglio che si riesce ad ottenere con un scatto notturno a mano libera. Nessuna porzione dell’immagine è mossa, mentre l’iPhone riesce a restituire in maniera fedele le diverse gradazioni di illuminazione della scena. Di questa foto ci ha sorpreso soprattutto la resa del riflesso della torre nell’acqua, con una nitidezza del dettaglio che non ci aspettavamo.

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Giocando ancora con le proprietà della fotocamera non è difficile ottenere risultati come quello dell’immagine qui sopra. In questo caso abbiamo abbassato il più possibile l’esposizione dall’app Fotocamera, e abbiamo mantenuto la modalità notturna a due secondi. Il risultato è una foto a ISO basse, con moltissimo dettaglio, senza perdita di informazioni in nessuna porzione e con un mosso del treno in corsa che è riuscito esattamente come lo volevamo. Sono esattamente le stesse regolazioni che avremmo adottato con una fotocamera reflex, ma in quel caso per scattare una foto analoga a questa avremmo avuto certamente bisogno di un cavalletto.

Berliner Dom. Scarica la foto alla risoluzione originale
Berliner Dom. 

Molti recensori hanno messo in risalto la capacità dell’iPhone 12 Pro Max di illuminare quasi a giorno una fotografia in assenza di luce. Qui riteniamo che la qualità migliore di una modalità notturna che funziona bene sia invece esattamente l’opposto: non inventare la luce dove l’occhio non la vede, ma fornire all’utente la possibilità di riprendere la scena in maniera più fedele possibile a ciò che sta vedendo e ciò che vuole registrare. Questo scatto ne è l’esempio. Anche qui il valore dell’esposizione è abbassato quasi al minimo, mentre la durata della ripresa notturna è stata alzata leggermente. Il risultato è un contrasto deciso sulle ombre del duomo, che conferisce una profondità maggiore allo scatto. Molto buona anche in questo caso la resa delle luci più accese, come i neon blu del DDR Museum, sulla sinistra.

In piena luceSe nelle riprese notturne la stabilizzazione e il sensore più grande contribuiscono a scatti a mano libera precisi e senza mosso, alla luce del giorno è l’HDR che fa la differenza. Ed è qui che spicca, secondo noi, la qualità fotografica dell’elaborazione computazionale dell’iPhone, con le tecnologie Deep Fusion e la nuova Smart HDR 3 che entrano in gioco in maniera intelligente e in automatico. Nella maggior parte degli scatti che abbiamo realizzato il sistema ha restituito sempre immagini ideali, estremamente fedeli e con colori vividi ma realistici, mai esagerati. Molto buona soprattutto la gestione delle scene con diversi livelli di illuminazione, con una gamma dinamica della foto “finita”, cioè salvata dal sistema in memoria, capace di far sfigurare qualsiasi fotocamera compatta. Qualche volta, in alcune condizioni estreme, anche il cervello dell’iPhone 12 Pro Max sbaglia, però, e interpreta contrasti e colori in maniera un po’ troppo creativa.

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Una foto di panorama banale ma non facilissima per il sensore. Nell’originale è possibile apprezzare il livello di dettaglio (fate zoom sulla torre) e appunto la gamma dinamica, con informazioni e dettagli visibili sia sulle foglie della pianta in primo piano, più scure, sia sugli elementi all’orizzonte. Da notare la gestione ottimale delle increspature dell’acqua.

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Questo scatto è stato realizzato con la fotocamera ultra-grandangolare. Pur non montando il sensore più grande dell’obiettivo principale, il risultato è ottimo. La forma dei pixel è un po’ più frastagliata se si ingrandisce la foto, ma in formato di stampa il livello di dettaglio è davvero notevole. Ancora una volta, ottima la resa dinamica della varie porzioni della foto illuminate in maniera differente.

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Questa foto è stata scattata dalla stessa posizione della precedente, ma con il sensore principale. Si può notare una gamma dinamica ancora migliore, una resa ottimale del soggetto in movimento, ma soprattutto si può osservare come nel complesso la foto e i dettagli contribuiscano a un effetto più morbido e soffuso. Sebbene l’ultra-grandangolo svolga un ottimo lavoro, è in questo obiettivo principale da 26mm che abbiamo notato in assoluto il salto prestazionale più evidente rispetto all’iPhone 11 Pro Max dell’anno scorso.

Soggetti in controluce

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In questa foto la fonte luminosa è dietro il soggetto, ma ciò nonostante è possibile osservare – per quanto in ombra – un livello di dettaglio e definizione notevole sul salvagente appeso al palo. Non è stato eliminato invece il flare verde che si notava già su iPhone 11 Pro Max. In compenso la dimensione più grande delle lenti esterne ora genera dei flare circolari assai piacevoli, che si possono sfruttare anche a fini creativi.

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In quest’immagine, che abbiamo ritagliato per evidenziare l’uccello che si posa sull’albero, si nota invece la versatilità della lente. Qui abbiamo scatatto senza pensare troppo, da una zona d’ombra ma puntando verso il cielo illuminato e abbiamo lasciato che lo Smart HDR completasse il suo sortilegio. Il risultato è una silhouette perfetta e una resa del cielo che, su una fotocamera tradizionale, avremmo potuto ottenere solo utilizzando un filtro polarizzato.

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Un altro esempio di cosa riesce a fare l’iPhone 12 Pro Max, in completa autonomia, con una scena con controluce radente. Anche qui nessuna porzione, a parte il disco solare, è bruciata. I colori della bandiera tedesca, nonostante sia chiaro che sono stati pompati dallo Smart HDR, sono estremamente realistici e coerenti con ciò che vedeva l’occhio, mentre il riflesso della scia sul pavimento viene restituito con un dettaglio sorprendente. 

Lo Smart HDR dà, lo Smart HDR toglie
Nella stragrande maggioranza dei casi, l’iPhone elabora in automatico immagini estremamente credibili, impostando in automatico l’HDR per un risultato finale esteticamente eccellente. Non va sempre così, però. Ecco un paio di esempi.

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In questa immagine, scattata con l’ultra-grandangolo, l’arancione del veicolo è troppo acceso e il cielo troppo azzurro. Va detto che le condizioni di illuminazione della scena non erano semplici. Migliore la resa del colonnato, ma con una colorazione finale che vira decisamente troppo al rosso. Purtroppo non abbiamo avuto l’accortezza di scattare la stessa foto con il sensore principale, perché l’impressione è che in quel caso la computazione della gamma dinamica sia generalmente più efficace.

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“Generalmente”, ma non in questo caso specifico. Qui non sappiamo bene cosa sia successo, ma è chiaro che l’HDR ha voluto strafare. Volevamo catturare la torre, illuminata dalla luce del sole, inquadrandola dall’interno del colonnato più scuro. Il risultato è una netta virata al blu e al verde della porzione illuminata che non sappiamo bene da cosa sia causata.

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L’HDR invece ha funzionato benissimo in questo scatto realizzato con l’ultra-grandangolo. Le tempistiche allungate del lancio dei nuovi iPhone quest’anno hanno avuto almeno un vantaggio: ci hanno permesso di fare i nostri test sfruttando i colori dell’autunno inoltrato.

Video
Per questa recensione ci siamo concentrati in particolare sulle capacità fotografiche di iPhone 12 Pro Max. Abbiamo comunque provato a girare dei brevi video, per valutare in particolare la qualità della stabilizzazione del sensore principale. Il risultato, che potete giudicare dal breve filmato qui sotto, è ottimo. Ci sentiamo di dire, senza mezzi termini, che iPhone 12 Pro Max offre la migliore stabilizzazione video di tutti gli smartphone che abbiamo provato quest’anno. Non siamo ancora riusciti a provare a dovere, invece, la funzione Dolby Vision, che permette di girare video in HDR a 10bit. Approfondiremo ulteriormente questo punto con altre prove in futuro

Conclusioni
A giudicare dalle prove che avevamo già visto e dalle specifiche del dispositivo, dall’iPhone 12 Pro Max ci aspettavamo una qualità fotografica molto alta. Le aspettative sono state soddisfatte in pieno durante questa prima prova e in alcuni casi addirittura superate. Riteniamo che l’aggiunta di un sensore più grande sia una differenza che, soprattutto nelle foto in notturna, si fa sentire, così come la presenza della stabilizzazione sul sensore.

Sul fronte Android, Google sembra guardare ai suoi esperimenti di fotografia computazionale sui Pixel con meno convinzione (soprattutto dopo l’addio del capo della divisione Marc Levoy) mentre gli altri produttori fanno a gara di specifiche, montando sensori ad altissima risoluzione che nella maggior parte dei casi non offrono benefici concreti. E seppure in alcuni casi specifici i concorrenti Android riescono a pareggiare la qualità degli scatti del top di gamma Apple, la differenza sta tutta nella coerenza delle immagini che si riescono a produrre con questo dispositivo: nonostante l’intervento massiccio dell’intelligenza artificiale nello sviluppo dello scatto, infatti, con iPhone 12 Pro Max si ha l’impressione di avere sotto mano un dispositivo che restituisce (salvo casi estremi) sempre lo stesso risultato, qualitativamente elevato e sempre riproducibile. Esattamente la stessa sensazione che si ha impugnando una buona fotocamera. 

Aggiornare, sì o no
Su iPhone 12 Pro Max, il passo avanti rispetto all’iPhone 11 Pro Max si nota abbastanza distintamente, ma ci sentiamo di consigliare un aggiornamento anno-su-anno soltanto agli appassionati che vogliono stringere tra le mani l’ultimissima tecnologia Apple. Il top di gamma dell’anno scorso rimane infatti un ottimo dispositivo fotografico, soprattutto con l’aggiornamento dell’app Fotocamera di iOS 14. Diverso il discorso invece per chi viene dall’iPhone XS Max: sono passati solo due anni, ma sembra il livello della fotografia computazionale su iPhone sembra aver attraversato già un paio di ere geologiche. Se avete un iPhone XS Max, state pensato di cambiarlo e siete appassionati di fotografia, prendete seriamente in considerazione questo iPhone 12 Pro Max. Attenzione, però: è sensibilmente più grande rispetto al modello XS Max. Provatelo prima di comprarlo, se possibile, per evitare sorprese.

Fonte: Lastampa.it

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