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Il WI-FI che ti spia

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Se una critica può essere mossa a Cassandra è quella di prevedere le disgrazie all’ultimo momento, come nel caso proverbiale del Cavallo di Troia, profezia arrivata solo poche ore prima del fattaccio. Orbene, Cassandra ha imparato la lezione, e oggi vaticinerà una disgrazia che si realizzerà non prima di tre anni da adesso: tanto ci vuole perché uno standard IEEE venga definito e approvato.

Fra tre anni e qualcosa, le apparecchiature dotate di connessione wireless Wi-Fi saranno in grado di rilevare la presenza di persone e cose attorno a sé, come dettagliatamente esposto in questo paper che descrive SENS, il futuro standard IEEE 802.11bf e la sua capacità di rilevare la presenza, la posizione e la velocità di persone e cose nel suo campo d’azione.

Come funzionerà? La propagazione dei segnali radio WiFi è croce e delizia di tutti i possessori di un router. Il posizionamento di un router WiFi e gli oggetti che lo circondano influenzano pesantemente la forza del segnale, che non copre mai i punti dove lo si vorrebbe stabile e forte.

Questo non dipende solo dal fatto che il segnale diminuisca col quadrato della distanza, o che oggetti e pareti interposti tra router e utilizzatori lo attenuino; dipende anche dal fatto che il segnale radio si riflette sugli oggetti, e questo crea una “sfocatura” simile a un’immagine riflessa in uno specchio rotto; il segnale originale giunge al ricevitore contemporaneamente da direzioni diverse, con anche piccole sfasature nel tempo di ricezione.

È per questo motivo che sono nati router con antenne multiple MIMO, che cercano di sfruttarle per trasmettere un segnale complessivo migliore a un certo ricevitore in una certa posizione. Lo standard SENS, il futuro standard IEEE 802.11bf, porterà questo metodo ai suoi estremi, eseguendo una continua analisi dei segnali riflessi per calcolare la posizione e i movimenti delle persone e delle cose che lo circondano. Queste informazioni verrano usate per inviare, a ogni ricevitore in ogni momento, il segnale migliore.

E’ evidente tuttavia come queste informazioni siano anche molto private, e quindi saranno certamente ben schermate da qualsiasi possibilità di utilizzi, chiamiamoli, alternativi. O no?

No. Il buon Bruce Schneier fa notare, stemperando la paranoia con un po’ di umorismo, che “i controlli per privacy e sicurezza devono ancora essere definiti, il che significa che probabilmente nello standard non ve ne sarà nessuno”.

Sarà quindi necessario considerare ogni futuro device Wi-Fi come un potenziale osservatore di tutto quello che avviene nelle nostre case. Osservatore, si badi, dotato non semplicemente di vista o udito, come i sensori impiccioni di oggi, ma di una vista in grado di passare porte e muri. Dotato, insomma, della vista a raggi X di Nembo Kid, ma senza i freni morali di un supereroe, sempre in lotta per il bene e la giustizia, ma piuttosto di un cattivo al soldo di chiunque lo controlli.

Paranoici di tutto il mondo, siete avvertiti; come già succede oggi, i controllori non saranno certamente i proprietari dei device.

Fonte: Olimpoinformatico

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